Parliamo di predictive science: molti infortuni sportivi o traumi legati al lavoro iniziano con errori mentali. Una momentanea perdita di messa a fuoco, una decisione sbagliata, un “errore mentale” appunto, tutti possono essere precursori dell’infortunio.

Ma la concentrazione e l’attenzione ai dettagli sono ora misurabili, sia mediante registrazioni delle onde cerebrali che dei movimenti oculari.

I dispositivi quantificati per la salute di oggi si trasformeranno domani ad esempio in patch da applicare sulla pelle o occhiali da indossare che non si limiteranno a registrare dati ma anche ad intervenire, proprio come fa un pacemaker per il cuore.

Saremo così avvisati di un imminente errore, potremo noi decidere di seguire o meno l’avvertimento ricevuto.

Per gli atleti di alto livello, le interfacce saranno ancora più sofisticate: gli allenatori potranno memorizzare i dati di propensione, monitorare la risposta e la tempistica in una vasta gamma di possibili situazioni di gioco.

Indossare un casco per la realtà virtuale prima di giocare permetterà di allenarsi mentre si potranno visualizzare i diversi scenari, migliorando le prestazioni e riducendo al contempo il rischio di infortuni.