Un test per rilevare il Parkinson prima dei sintomi

Una tecnica che identifica l’accumulo di depositi proteici anormali legati al morbo di Parkinson nel liquido cerebrospinale può rilevare con precisione i pazienti con la malattia, secondo una ricerca pubblicata su The Lancet Neurology.

Inoltre, i risultati suggeriscono che il test può identificare le persone a rischio e quelle con sintomi precoci non motori prima della diagnosi, il che potrebbe, in futuro, supportare un quadro per la diagnosi precoce e la prevenzione dei sintomi motori disabilitanti, come i tremori .

I ricercatori della Penn Medicine , insieme alla Parkinson’s Progression Markers Initiative (PPMI) e alla Michael J. Fox Foundation , hanno confermato che la tecnica, nota come α-synuclein seed amplification assay (αSyn-SAA), è estremamente accurata nell’identificare i pazienti con malattia di Parkinson, e classificandoli in base a marcatori genetici e clinici.

“Questa ricerca è un passo avanti per comprendere le diverse patologie del morbo di Parkinson”, afferma l’autore corrispondente Andrew Siderowf , professore di neurologia alla Perelman School of Medicine e direttore del Penn’s Parkinson’s Disease and Movement Disorders Center . “La tecnica αSyn-SAA è uno strumento cruciale per approfondire la nostra comprensione di come si sviluppa la malattia di Parkinson nei pazienti con e senza fattori di rischio. Andando avanti, saremo in grado di utilizzare il test per collegare i pazienti agli studi clinici più promettenti basati sulla loro biologia sottostante. In futuro, test come αSyn-SAA potrebbero probabilmente costituire la base per la medicina personalizzata per il morbo di Parkinson”.

Questa tecnica amplifica quantità molto piccole di aggregati mal ripiegati di α-sinucleina in campioni di pazienti affetti da Parkinson al punto che possono essere rilevati utilizzando metodi di laboratorio standard. Questo approccio si basa sulla rivoluzionaria scoperta dei depositi proteici di sinucleina come segno distintivo biologico del morbo di Parkinson da parte di ricercatori tra cui Virginia MY Lee della Penn Medicine , il terzo professore di ricerca sull’Alzheimer in patologia e medicina di laboratorio di John H. Ware e il defunto John Q. Trojanowski , ex professore di medicina geriatrica e gerontologia.

 

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