Riabilitazione Neuroplastica per soggetti con Morbo di Parkinson

Le recenti acquisizioni delle neuroscienze e i notevoli avanzamenti nella tecnologia medicale stanno portando significativi miglioramenti nella conoscenza dell’attività motoria in generale e in particolare in quella della prevenzione degli infortuni e della riabilitazione, sia in soggetti che praticano attività sportiva a vari livelli sia per persone che svolgono attività normale.

Per quanto concerne le risultanze delle neuroscienze un significativo passo avanti è stata l’identificazione della neuroplasticità mostrata dal nostro Sistema Nervoso Centrale, ciò ha comportato l’evolversi dello studio riguardante le attività motorie e cognitive che possono migliorare e stimolare questa specifica qualità del SNC.

Tutto ciò combinato con la rapida e sempre crescente evoluzione delle tecnologia in campo medico ha portato a sempre più precisi protocolli di valutazione e studio del movimento sia normale che in casi patologici.

Fra tutte le innovazioni strumentali di indagine certamente la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) sta avendo un ruolo importante nello studio della funzionalità cerebrale in varie aree motorie. A ciò si aggiunge l’uso ormai consolidato di altre strumentazioni di indagine e valutazione quali Accelerometri, Pedane di Forza, strumentazioni per la valutazione delle capacità visive e viso-motorie.

Tutto ciò sta comportando un cambiamento nell’approccio riabilitativo e preventivo. Si parla oggigiorno di allenamento e riabilitazione Neuroplastiche: un campo questo che mira a studiare e selezionare attività motorie che specificatamente stimolino le capacità neuroplastiche del soggetto, sportivo o non sportivo e anche soggetti con alterazioni cognitive o comunque di disfunzione di origine centrale.

In quest’ultima categoria rientrano certamente i pazienti affetti da morbo di Parkinson.

Presso il Centro Training Lab, con il supporto dell’Associazione non profit Un Gancio Al Parkinson, è da tempo attivato un programma per questi pazienti mediante allenamenti che si rifanno a quello della Boxe: allenamenti nei quali oltre l’attività motoria di base per migliorare equilibrio, coordinazione, elasticità e forza, vengono eseguiti esercizi cognitivi per stimolare appunto la neuroplasticità.

I protocolli si basano su studi recenti in particolare quelli del gruppo di Dustin Grooms, PhD del Musculoskeletal and Neurological Institute dell’Università dell’Ohio e di Greg Appelbaum, PhD del Brain Stimulation Research Center della Duke University.

Il concetto alla base di questo nuovo approccio della riabilitazione è che questa deve incorporare aspetti multimodali dell’apprendimento motorio e neurocognitivi.

Queste modalità prevedono vari e tipologie di intervento: quelle che vengono applicate a pazienti con Parkinson sono di quattro categorie con specifiche caratteristiche e finalità.

 

Esercizi di Interferenza Contestuale

Riabilitazione Neuroplastica per soggetti con Morbo di Parkinson - Training Lab FirenzeIl soggetto guarda un monitor su cui appaino in modo random numeri pari o disparii e deve reagire con determinati movimenti. Oltre ai numeri possono apparire colori diversi ai quali devono corrispondere certi movimenti. Si può rendere progressivamente più impegnativo il gesto abbinando numeri e colori.

Studi con fMRI hanno evidenziato che soggetti che eseguivano tale metodo mostravano maggior attività delle regioni sensomotorie e premotorie rispetto a soggetti che eseguivano esercizi di un solo tipo ripetuti varie volte.

 

Esercizi di Riponderazione Sensoriale (Sensory Reweighting)

Riabilitazione Neuroplastica per soggetti con Morbo di Parkinson - Training Lab FirenzeIn questa tipologia di esercizi vengono usati speciali occhiali stroboscopici che oscurando la vista per brevissimi attimi diminuisce il feedback visivo.

La riponderazione sensoriale descrive come il sistema nervoso centrale integra stimoli sensoriali separati (ad esempio, visivi, vestibolare, propriocettivo) “dando loro peso” in base all’affidabilità, essenzialmente diminuendo il peso degli stimoli inaffidabili e quindi aumentando il peso di altri. Gli occhiali stroboscopici possono facilitare la riponderazione sensoriale consentendo una standardizzazione al decremento del feedback visivo che può essere aumentato in difficoltà.

Questa modalità può migliorare l’elaborazione propriocettiva, diminuendo la preminenza del feedback visivo per il controllo motorio.

 

Esercizi di Reazione imprevista (Unanticipated Reaction)

Riabilitazione Neuroplastica per soggetti con Morbo di Parkinson - Training Lab FirenzeIn questo tipo di esercizi viene applicato sul saccone usato per colpirlo con guantoni, una serie di luci a colori diversi. Il paziente deve colpire il più rapidamente possibili le luci che si accendono, il che avviene a velocità di una certa intensità e che può essere aumentata dall’Istruttore rendendo quindi più difficile l’esercizio che necessita pertanto di maggior attenzione e rapidità di movimento.

L’esercizio può essere reso più complesso chiedendo al paziente colpire solo un certo colore, ma fermarsi se appare un altro colore.
Questo esercizio stimola certamente l’attenzione visiva del soggetto e la sua reattività occhio-mano.

 

Apprendimento differenziale (Differential Learning)

Riabilitazione Neuroplastica per soggetti con Morbo di Parkinson - Training Lab FirenzeL’allenamento di Boxe è particolarmente indicato per questa tipologia di esercizio. In special modo quella fase in cui il soggetto pratica con l’istruttore;  questi, provvisto dei così detti “colpitori”, invita il paziente a portare i colpi in modi differenti e il più velocemente possibili. Le sequenze possono essere molto varie: due dritti – un gancio – un montante – un destro – due ganci sinistri, ecc

C’è quindi una variazione continua e rapida dei movimenti che il paziente esegue.

L’apprendimento differenziale si basa sulla teoria dei sistemi dinamici. Quando si utilizza l’apprendimento differenziale nella pratica di attività di movimento, i modelli di movimento stessi sono intenzionalmente variati durante la pratica. Questo principio teorico suggerisce che facendo eseguire al soggetto una varietà di schemi di movimento, si avvia un processo di apprendimento auto-organizzato, a differenza di quanto avviene per esercizi uguali e ripetuti di seguito.

La natura dei processi neurofisiologici sottostanti l’apprendimento differenziale rispetto alla pratica ripetitiva è stato di recente esaminato.

È stata osservata una maggiore attività theta in regioni parieto-occipitali controlaterali dopo l’apprendimento differenziale. Inoltre una maggiore attività alfa posteriore è stata registrata nel caso dell’apprendimento differenziale rispetto all’esercizio ripetitivo.

Si ritiene che l’apprendimento differenziale possa migliorare l’apprendimento motorio mediante una attivazione della memoria di lavoro (working memory).

Un primo studio, che sarà pubblicato a breve, su 15 pazienti ha evidenziato un miglioramento della reattività occhio-mano.

Due studi su trenta pazienti ciascuno, usando diverse strumentazioni di valutazione, saranno avviati nell’autunno prossimo.

Si confida che i risultati possano confermare l’utilità di questo approccio neuroplastico alla riabilitazione in parkinsoniani.